dislessie di un giovane tecnologicamente provato

2005-10-31

momento dell'umorismo

un passerotto esce per la prima volta dal suo nido per scoprire il mondo.

cip cip cip cip cip cip

e vola verso un cane
- ciao tu chi sei?
- ciao passerottino. sono un canelupo.
- un canelupo? ma come?? o sei un cane o sei un lupo!
- beh, è che mio papà era un cane mia mamma un lupo, hanno fatto sesso e sono nato io. un canelupo.
- che ssstoria!!! ciao grazie

e riprende il timido volo cip cip cip cip cip cip
quando vede un pesce.
- cia pesce! tu di che specie sei?
- ehi passerottino, io sono una trota salmonata!
- ma come!?! o sei una trota o sei un salmone!!!
- no vedi, mia mamma era una trota mio papà un salmone, hanno fatto sesso e sono nata io.
- ma va?? grazie ciao

poi il passerottino si volta timido e vede un insetto e ancora curioso gli chiede
- ciao insetto!!! ma tu che specie sei??
- ciao passreottino! io sono una zanzara tigre!
e il passerottino:
- mavvaffanculo va...

[odio le barzellette scritte ma amo contraddirmi]

2005-10-28

Stay Hungry. Stay Foolish.

[...]Beneath it were the words: "Stay Hungry. Stay Foolish." It was their farewell message as they signed off. Stay Hungry. Stay Foolish. And I have always wished that for myself. [...] I wish that for you.

Stay Hungry. Stay Foolish.


versione integrale.

2005-10-27

continuiamo cosi'. facciamoci del male.

[ovvero momento intimista]

se potessi amore mio
vorrei darti tutto quel che vedo
ma posso darti solo quel che ho io
e purtroppo non è gran cosa

se potessi amore mio
vorrei essere un grand uomo
saperti amare come una regina
ma purtroppo sono quel che sono

se potessi amore mio
per non sciupare questa tua vita
dovrei andarmene e dirti addio
ma purtroppo non sono buono


(vinicio cappossela canta tenco)

to there to are worse things the could I give

(cheat posting mode on)

two link in warm it dedicates you to two my friends. the first one is for asha and could be a good compromise in the diatriba/crociata one no-tanga- yes-mutanda that it could - and I say could - please comfort desires . or perhaps not indeed sure not vabbè ago nothing.

the second is for liebnitz that I do not know it but for me is its kind . or perhaps and then there are not also podcast the video because they are ahead.

...

ah I have said it that I have met grass and we have asked how many blogger were in knows it? not perhaps not



lo so lo hanno già fatto tutti. ma non ho resistito. ho tradotto l'ultimo post con gooooooogle. simpatica la traduzione del nome di "erba" in "grass". veramente di livello è because they are ahaed.

(cheat posting mode off)

2005-10-25

there are worse things I could do

due link in caldo dedicati a due miei amici. il primo è per asha e potrebbe essere un buon compromesso nella diatriba/crociata no-tanga-sì-mutanda che potrebbe - e dico potrebbe - accontentare i desideri di comodità. o forse no. anzi sicuramente no. vabbè fa niente.

il secondo è per liebnitz che non lo so ma per me è il suo genere. o forse no. e poi ci sono anche i podcast video perché loro sono avanti.

oggi ho incontrato lui. ma non che eravamo al bar e chiedo un caffé e mi obbligo a berlo senza zucchero (che chi lo beve senza zucchero lui sì che lo gusta ma a me fa schifo e mi obbligo perché poi assaporo il vero gusto del caffé) e lui entra e chiede un altro caffé e io dico ehi come stai. no. più una cosa del tipo che siamo in tanti dentro la feltrinelli e severgnini lo interroga con questioni del cazzo tipo chi è vampirella - quale è il tuo rapporto con gli editori italiani (cita due volte einaudi alla feltrinelli e la microfonata muta fa le facce) - o cosa pensa delle critiche negative.

io non sono lì per ascoltare risposte simpatiche a domande del cazzo ma piuttosto per sentire il non verbale e in poche parole vedere che tipo è. la sensazione è un po' di doppiezza. c'e' una specie di facciata molto americana e forzatamente positiva di chi ripete che scrivere è bello e chi si piange addosso lamentandosi della vita dello scrittore è irritante. ma dietro la facciata c'era una sensazione un po' inquietante. ma forse sono io. così me ne sono andato prima che finisse.

ah l'ho detto che ho incontrato erba e ci siamo chiesti quanti blogger ci fossero nella sala? no forse no

ed eccomi qui a rivedere grease.

notte.

2005-10-21

guttalavor in pillole: un post dagli effetti collaterali

leggere attentamente il foglietto illustrativo. non assumere al di sotto dei 12 anni. tenere lontano dalla portata dei bambini. non leggere prima di un viaggio in auto: potrebbe causare violenti colpi di sonno,secchezza delle fauci, dispnea e diarrea fulminante.

Il post che sto scrivendo rientra tautologicamente nel merito di se stesso. Senza nessuna pretesa di diventare un alberoni del cazzo, mi sono partiti mille thread in testa dopo aver letto le prime pagine del libro di “Le cose dell’amore” Umberto Galimberti e, guardaunpo’, ho deciso di brain(post)stormarli qui (sono un feticista del neologismo traslitterato).

al lettore: dopo il presente exploit certamente non ben scritto, buttato lì e molto incompleto per ovvi motivi di tempo e capacità personali il tenore del blog tornerà alla minchioneria usuale.

Senza ulteriori indugi di sorta mi lancio nell’arena.

“Nelle società tradizionali, da cui la tecnica ci ha emancipato, vi era poco spazio per le scelte del singolo e la ricerca della propria identità. […]l’amore non sanciva tanto la relazione tra due persone, quanto l’unione di due famiglie o gruppi parentali che, attraverso il veicolo dell’amore, potevano acquisire sicurezza economica, forza lavoro per l’impresa familiare, avere eredi, assicurare il possesso esistente, ampliare il patrimonio e il prestigio.” [1]

In una società emancipata dalla tecnologia invece, le relazioni sentimentali, l’amore, il matrimonio, diventano in qualche modo l’unica (o quasi) espressione personale, autentica, assoluta (ab - solutus, sciolto da) in cui non si è obbligati a sottostare al sistema che impone uno stile di vita, che obbliga ad essere come l’apparato vuole. Per cui amore e realtà sociale diventano piani ortogonali disgiunti che si incontrano nelle persone che li vivono ma che
divergono nelle direzioni. Da ciò l’amore o il sentimento sociale tendono a fornire il senso della vita secondo la scelta dei piani di valori dell’individuo.

Da quanto detto si evince anche come l’emancipazione tecnologica releghi comunque le persone nell’anonimato: quando il confine del proprio comune non delimita più il mondo scibile ed esperibile, quando in meno di una giornata sei a NY, quando le notizie sono mondiali (anzi worldwide) quando il numero di persone che partecipa all’informazione globale non è dell’ordine delle centinaia ma dei due miliardi (o forse meno perché gli altri quattro non li caga nessuno), beh allora la persona diventa un granello di sabbia della costiera romagnola. La distruzione del riconoscimento sociale dovuta all’allargamento dell’orizzonte non può esimersi dal creare idiosincrasie di massa e tentativi di superamento delle stesse.

L’uomo è adattivo e in quanto tale cerca di sfuggire alla morsa dell’inesistenza da conformismo più o meno consapevolmente. Il primo modo per affermarsi socialmente si è detto essere l’amore. Esso costituisce la realizzazione del attraverso il sentimento dell’altro vissuto come testimonianza della propria esistenza, unicità, importanza a prescindere dagli scopi materiali della società come ad esempio ai meccanismi economici dell’interesse; il tentativo è di tornare ad una purezza originaria ed ai valori maiuscolati. Particolare irrilevante: non dovrebbe funzionare così. L’amore dovrebbe essere finalizzato all’altro e non certamente all’autoaffermazione o alla ricerca del sé.

Sulle ripercussioni nella coppia di tale dispercezione non mi addentrerò dato che se qualcuno è arrivato fin qui si trova già a quota “gk cento gocce di guttalax prima di andare”.

Ma oltre all’amore l’affermazione sociale della propria esistenza ha cominciato a fluire in modo molto minore tramite altri canali. Un esempio tra tutti la televisione. Chi appare in televisione non è più anonimo, lascia un segno perfettamente riconoscibile nella società e fanculo ai sepolcri foscoliani. Apparire (in tv) ed esistere (certo solo nel tempo necessario ad essere fenomeno mediatico) diventano sinonimi. A suffragio citerò unicamente un famoso poeta dialettale molto amico di bob dylan che disse “Qui non sei, non sei nessuno/qui non si esiste più/se non si appare mai in tv” [2]. (qui l'argomentazione quanto il mio tempo ma non rompete.)

Evolvono i media, evolvono i concept televisivi e sempre più viene colta la necessità di entrare nelle case degli italiani ed aggiungere a quei tubi catodici altrettanti riflettori e telecamere perché ognuno di noi vuole esistere e solo in pochi sfondano. E Maurizio Costanzo fa più ascolti intervistando il pubblico in sala più che gli ospiti sul palco e suo marito dà voce ai ragazzi della strada stigmatizzando il vissuto sentimentale di cui sopra. La summa del trend ivi descritto (e qui nanni moretti mi schiaffeggerebbe) si coagula nel format del reality. Gente ignota che per il solo fatto di entrare sotto vetro nella casa del pubblico diventa eroica poiché ammantata del coraggio di essere protagonista mantenedo ancora la veste non artefatta dello spettatore ed in cui ci si può identificare al 100% in quanto persona comune (o almeno così millantato), simbolo di speranza per tutti i granellini di sabbia di riccione che vogliono finalmente esistere catodicamente.

Il broadcast televisivo continua a non bastare. Se milioni sono gli aspiranti catodicizzati solo centinaia sono coloro giungono alla scintillante meta; inoltre molte persone non considerano tale strada come percorribile per svariate quanto ovvie ragioni.

Il problema del vuoto esistenziale rimane. La globalizzazione, prima causa dell’anonimato da conformismo, fornisce anche una prima soluzione al problema: internet.
Il nuovo medium per eccellenza ha da poco cominciato ad entrare nella cultura di massa (in concomitanza al finto bum economico della niueconomi) e finalmente è giunto ad un livello di maturità tale da trasformarsi in un mezzo di comunicazione integrante ed irrinunciabile, un fenomeno di trasversale finalmente retaggio di molti e non solo terra di pochi nerd brufolotici.

Internet nasce nell’anarchia e nello scollamento schizofrenico fra mondo reale e virtuale. Passando tramite il concetto elitario di cultura informatica che finalmente viene decorato di un’accezaione positiva, interdent si apre all’interazione con il grande pubblico attraverso le community ovvero gruppi di persone geograficamente dislocati accomunati un tema, una passione o un interesse.

Ed è proprio dietro ai movimenti di massa nati per beffare le regole del mondo mainstream che il markétting delinea un nuovo target, ricollocandolo ( in quanto gruppo circo/de-scrivibile) nel luccicante mondo dei consumatori.

Ma non basta. Una volta presa confidenza con il mezzo internettante, la gente finalmente lo utilizza (che è la cosa migliore che possa accadere ad una tecnologia) e non solo per acquistare beni su e-bay ma anche per costruire relazioni, per esprimersi in modo totalmente svincolato dalla propria realtà sociale, per commerciare globalmente prodotti locali senza doversi appoggiare alle grandi distribuzioni ed il web si tramuta in social web un sistema di comunicazione sociale parallelo (ma non per questo virtuale), indipendente dal maintream, dove è possibile esprimersi in totale libertà e dove ritrovare la propria identità ed estraneità da un mondo di consumatori conformati.

Ed arriviamo ai blog. In tal senso il blog è il libero arbitrio, la finestra che apriamo al mondo verso la nostra cameretta, più o meno nascosta, è pura essenza non mediata dall'immagine personale, una piccola personale radio privata anni settanta.
E poi magari il blog è simpatico e trova consenso e ma in fondo non è questo che conta. Ciò che conta è solo esserci, esistere in quanto persone pensanti, che provano emozioni, che si esprimono e che così facendo lasciano un segno, che forse ritornano ad essere granelli di sabbia ma che interagendo con gli altri granelli di sabbia si possono riconoscere e confrontare e comprendere e possono tentare di uscire da quella matrice al contrario in cui si troviano a vivere almeno per il tempo di un post.

1) Umberto Galimberti - “Le cose dell’amore” pag 11/12

2) Vasco Rossi - “Gli Spari Sopra” - “Non Appari Mai”

2005-10-19

comunicazione di servizio - ovvero quando la tecnologia ti si rivolta contro e non hai nemmeno un ciobar

l'ufficio stampa della gicappa ltd inc rende noto con un post ufficiale che nel caso in cui qualcuno abbia scritto a gicappa all'indirizzo _gk/AT/email.it è pregato di inviare nuovamente la mail all'indirizzo
gk/AT/gianka.it.
sembra l'account su email.it stia dando di matto a ruota dopo quello su web-rise.
ringraziamo per la cortese attenzione e ci scusiamo per il disguido

gicappa ltd

svolta epocale

qualche giorno fa ho ricevuto questa mail da uno dei miei migliori amici. la riporto fedelemente senza nulla aggiungere. si tratta di una svolta veramente epocale.

devo metterti al corrente di una cosa incredibile che non mi era mai successa... oggi per la prima volta mia mi hanno offerto sesso in cambio di capacità di elaborazione. Non so se mi spiego una fanciulla mo ha offerto prestazioni sessuali in cambio di prestazioni informatiche. Non ho accettato ma la cosa è sbalorditiva lo stesso.

Capisci, il potere di chi detiene la conoscenza equiparato al potere della figa... stiamo andando verso una elaboracrazia? (era ora). Non saranno piu' i bellocci o i pieni di soldi a farsi le veline, ma i programmatori... questa si' che e' una svolta decisiva.

2005-10-17

58,7% Vol

vivi momenti in cui prendi decisioni e ti permetti scelte che forse un giorno rimpiangerai ma lo sai e non te ne frega un cazzo. momenti in cui subisci passivamente le scelte di altre persone. momenti in cui le scelte di altre persone nel tuo presente ricadono nel tuo immediato futuro senza che vi sia una reale connessione di causa ma che dentro di te fanno scattare un click.

come quando tu sei attorniato da amici e tutto intorno ti avvolgono solo musica e risate e scoppiano applausi e ti attendono un mare di regali e “aprilo!” e scopri con sommo gaudio che si tratta di un single malt torbato piacevolmente ambrato con un forte retrogusto salato di iodio, uno di quelli che piacciono a te. Un Talisker.
click

ringraziamenti baci abbracci “eh beh, siete andati a colpo sicuro!” e già stai scartando un altro dono e questa volta fronteggi un single malt, di quelli che ovvio che ti piacciono, un Lagavulin dodici anni di invecchiamento in botte, la cui particolarità sono i suoi 58,7 gradi che deve essere bevuto con l’acqua delle highland.
click

altro amico altro regalo di cui distruggi con rinnovata fiducia l’involucro e alla fine siete tu e lui e lo guardi dritto negli occhi quel parallelepipedo di cartone su cui troneggia orgogliosamente stampigliato Springbank 10 Year Old Single Malt.
click

e poi una bottiglia di vino.
e poi una bottiglia di uischi.
e poi i bicchieri da vino.
e poi i bicchierini da grappa con tanto di bottiglia apposita.
e poi la grappa al mirtillo fatta dalla mamma di una tua amica.
e poteva mancare una bottiglia di filu ‘e feru?
click click click

Ecco che le scelte delle persone a te più vicine diventano lo specchio della tua vita, di ciò che mostri agli altri di te. Insomma dopo un simile tributo sei consolianamente confuso e felice ma anche un poco atterrito: davvero i tuoi amici ti vedono così? al tuo compleanno ricevi più di sette litri di alcool e una manciata di bicchieri (sia mai che tu non sappia dove bere!), beh ti fermi a riflettere e tra te e te escalmi “son cose!”. ti piace bere e magari anche bere bene ma un po’ di fantasia gente! insomma ami anche il libri, i computer e il sesso (non necessariamente in quest’ordine), porca vacca vi potevate mettere d’accordo, no?

E poi eccolo li’.
L’ultimo pacchettino, la tua boa galleggiante nel mare di alcool che ti ha sommerso, lui che morbido e frusciante non può essere una bottiglia. Guardi con occhio da triglia colei che non ti ha accomunato con nicholas cage in “via da las vegas”. In Pochi secondi una nube di nastrini e scotch si leva nell’aere seguita da un foglio di cartasbrilluccica che si invola alle tue spalle

OHHHHHH.

- Grazie grazie, ele, grazie!!! Una maglietta nera con le maniche lunghe come piacciono a me!
- si ma aprila! – e già ride…
e… click!

2005-10-15

eppibirtdeituiu



oggi è il gicappacompleanno.
trentatre.



update: primo regalo della giornata (e secondo in assoluto)
scritta "open" neon luminosa a corredo del mio frigo vintage!

2005-10-14

come ti risolvo l'umore di una giornata in una domanda

- stai andando in università?
chiede gentile lei, piccola sconosciuta.

2005-10-12

dove si parla del gicappa di ieri

Tre colpi di epiglottide e finisce il bicchiere. Si leva rallentato, caracolla in bagno e guadagna lo specchio. Occhio vitreo, sbadiglio profondo, martelli pneumatici alle tempie. Dopo dieci minuti dal frssssshhhh dell’aspirina, l’antieroe muta in dispencer di cubetti di sudore giacciati. Trattasi di un classico caso di sbruffoneria da influenza. Sul posto di lavoro resiste alla febbre contrapponendo un ghigno stoico, gettando bombe a mano in pastiglie contro i virus fino a quando, stremato, realizza di non sostenere la lotta e, sconfitto, torna a casa sui gomiti trasformandosi in una forma larvatica, lamentosa e moccicante che necessita di cure e attenzioni.

La tele accesa vomita immagini sorde, il portatile annoiato si rinchiude per la milionesima volta dietro il salvaschermo blu, un libro aperto sul petto sonnecchia assieme a gica, plasticamente ammucchiato sul divano, bocca aperta e bolla al naso.

dove parlano i libri che si sono lasciati leggere da gicappa nei due giorni di febbre

“Margherita Dolcevita” benni:
Il mondo si divide in:
quelli che mangiano il cioccolato senza pane;
quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane;
quelli che non hanno il cioccolato;
quelli che non hanno il pane.

gk è della seconda categoria.

“Lire 26900” di Beidbeger:
l’uomo continua a fuggire la propria angoscia con il divertimento. Solo che il divertimento è diventato così onnipresente da sostituire Dio. Come fuggire il divertimento? Affrontando l’angoscia.

Il mondo è irreale, tranne quando è noioso


e gicappa potrebbe sottoscrivere ogni singola parola di ciò.

dove nessuno parla ma gicappa scopre cose

kitten war
iWood

2005-10-07

metereoantipatia e fastidio

e piove piove. e mi ci crogiolo. e spendo una mattinata a scrivere e dopo mi sento anche una merda. e devo cercarmi un lavoro. e non ho abbastanza tempo per realizzare ciò che vorrei ed ho un sacco di tempo che butto apaticamente nel cesso. e come sempre mi autoazzanno allo specchio. e ancora una volta festeggerò il compleanno. e più di sempre non me ne frega un beneamato cazzo. e che minchia tengo a fare un blog se non lo aggiorno. ed anche lo scrivere ha smesso di darmi soddisfazione. e mi lamento. e mi lamento. e mi lamento. e bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla e sappiate che li ho scritti tutti senza l’ausilio del cattenpeist. e non saprete mai se mento.

Lettori fissi