dislessie di un giovane tecnologicamente provato

2005-11-29

fletcher?



no... flickr!

2005-11-24

e lo so che non era il vaso di pandora.

per cui uno arriva in ufficio in mezzo alla tundra milanese e dalla finestra vede il freddo nebbioso del latte che affoga i palazzi in vetrocemento e soffre della difficoltà di carburare l'encefalo al mattino, di comprendere perché si trova al mondo e che cazzo vuole al telefono quello lì, perché minkia sto server è andato giù stanotte e mentre la palpebra ancora gli pesa sente "plin plin" (e proprio non deve fare pipì).

new mail
un subject
un nome
un flash
un'immagine subliminale
e poi di nuovo il buio.

in un movimento che dura una mattinata, risuona titubante il doppio click sul subject che non trova il suo deterministico effetto nell’apertura di una finestra ma attiva un’accelerazione a curvatura 3g nell'iperspazio con conseguente balzo di dieci anni indietro nel tempo, di cento volti incelofanati dai neuroni, di mille nick, di milioni di emozioni così lontane.

ma come si può rispondere a una mail sintetizzando una manciata dei tuoi anni di vita più intensi, comprimendoli all'interno dello spazio angusto delle parole in un momento che non è scandito da nulla, che non si differenzia per nulla dal precedente, in un qualunque istante qualunque di un qualunque giovedì di lavoro?

e come risolvere il cortocircuito spaziotemporale di chi mi vede con gli occhi di allora e che immagino con gli occhi e con la testa di allora e ti costringe in qualche modo a comprendere quanta strada hai fatto quanto sei cambiato anche se tutte le sere ti dici che ti senti lo stesso?
ma quale indiana jones dei miei coglioni si è permesso di aprire questo vaso di pandora?

[appunto: detta così sembra che non mi abbia fatto piacere ma invece sì e tanto. è che mi fa impressione la scissione del non riconoscermi in chi ero e non sono più]

2005-11-22

new way new look

subito i puntini sulle i. sono presenti un sacco di sbavature che devo sistemare - lo so - e non ho proprio avuto il tempo di testarlo sotto winzoz. per adesso si vede al meglio su safari che è l'unico browser che supporta il text-shadow nel css.

l'idea di fondo è stata "prendo un colore piuttosto brutto per costruirci qualche cosa intorno che lo contestualizzi in un senso generale vediamo se si riesce a cammuffare".
il tono di colore è trasù de ciuc (per i non lombardi: vomito di ubriaco).

nella parte alta come sfondo delle linkbar manca uno sfondo che blogger proprio non vuole uploadarmi.

insomma è ancora in progress ma il tempalte di default mi aveva proprio rotto.
cheddire. vi piace?

ah dimenticavo. se non vi piace la linkbar o se vi dà fastidio cliccate sull'immagine [gk].

UPDATE: rilasciato primo fix per IE6XP: la visualizzazzione rispetto a safari succhia ancora una cifra...

2005-11-18

ennesimo post di riempimento...

tipografico causa attività time consuming quali ricerca lavoro espletamento delle mansioni quotidiane cazzeggio e quant'altro.

due sere fa serata pseudoculturale dove sono state interpretate varie poesie di toti scialoja. eccone una.

Un pollo sul pullman
in viaggio per Baden
avvolto in un loden
si sente nell'Eden

sua moglie col rimmel,
gli fuma le camel.

2005-11-16

2005-11-14

comunicazione di servizio (II)

gicappa sta cercando un lavoro nella zona di Milano.
Per divertirsi produce web application (j2ee) e si diletta con i compiuterz dagli 11 anni. (a.k.a. geek mierdoso)
Per ingrassare lo stato gicappa è un freelance.
Si accettano consigli su come rivoluzionare la vita di gicappa a mezzo di proposte di lavoro in ambito differente dal sopracitato.
(evitare commenti in cui figurino "casolare in toscana" e "bar" che l'antieroe ne ha veramente basta di riascoltare i miti dei trentenni).

2005-11-07

less than words

sabato declino una possibile discoteca imbriccata a favore di "Vai e vivrai" un film coinvolgente e dai toni vividi che occupa in modo emotivamente intenso le due ore e mezza di durata.
solo che alla fine ti senti stanco come dopo una giornata di lavoro.

domenica serata con amici.
abbracci,
birra,
vino,
pizza,
"sì vorremmo convivere"
vino,
vino,
parole,
"noi convivremo a fine mese"
parole,
risate,
birra,
arrivo amico regista,
birra,
birra,
amica gnocca,
"ma metti sempre quei ginz lì??"
aggiunta sconosciuto,
proiezione corto dell'amico regista,
"azzo è su cassetta e ho il vhs in soffitta",
"fe' smettila di parlare cazzo!",
"era un cacciatore di elfi!",
"non c'ho capito niente",
"era un ulisse postatomico trasformato in uccello",

"ah".

2005-11-02

broccolellis e quant'altro

sì perché all'università avevo un prof che intercalava ogni concetto con la locuzione "e quant'altro" e mi faceva imbestialire. Assomigliava a Michael Douglas che interpreta Gordon Gekko in "Wall street": giacca e cravatta (e ovviamente pantaloni che mica veniva in mutande), scarpe di rovere lucido, camicia con le cifre ricamate, pettinatura alla umberta, come la chiamerebbe mia madre, cioè all'indietro e i capelli un po' leccati, ma soprattutto una granitica sicurezza in se stesso e nella propria immagine di successo grazie al suo sguardo che buca l'orizzonte. Tipo John Wayne che traguarda il tramonto.
Stavo pensando proprio al mio SpaghettiGekko quando in autobus vedo una studentessa che inclina la testa e fissa il libro che tengo nella sinistra.
Mostro la finta indifferenza dell'organismo mononeuronico degno di uno zombi di romero in cui mi trasformo al mattino. Lei insiste e compie una seconda torsione del capo ancora più smaccata tanto che stavolta mi è impossibile ignorarla.


- "Ellis. Lunar Park." le sorrido.
- "è bellissimo, vero?"
- "l'ho appena comiciato" e sentendomi in svantaggio aggiungo
- "beh, ma sono andato alla presentazione!"
- "alla Feltrinelli?? C'ero anche io!"


E scatta l'empatia
- "un presonaggio..."
- "...inquietante, eh?"
- "sì sì!!!"


Abbiamo solo cominciato e vorrei scambiare idee, insultare severgnini, chiederle se è una blogger, sapere come si chiama, ma l'autobus frena brusco, fffffscsscscsc delle porte, lei scende di corsa, ciao ciao, si gira, mi sorride, sbattono nuovamente le porte e si riparte. tutto nel giro di un secondo.

assonnato e scontento guardo la tastiera e mi trovo a rimuginare: alle volte, nella vita, non ci sono abbastanza fermate.

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